Bring back the "fun" to "fun and profit"
Alcuni dei più vecchiotti - tipo me - avranno per certo letto qualche articolo di e-zine dal titolo altisonante "Do this and that for fun and profit".
Quel "fun and profit" era una sorta di manifesto della mentalità dell'epoca, in cui il divertimento (fun) dell'esplorare, studiare e condividere veniva prima di ogni altra cosa; ma anche il profitto stesso, sotteso in quella frase, non veniva quasi mai visto come lucro o guadagno materiale. Era piuttosto un profitto personale, di crescita e miglioramento.
Ricordo con un sorriso quei tempi, le e-zine e gli articoli sui più svariati argomenti, non sempre attinenti
l'informatica.
Sono passati decenni e mentre il mantra "for fun and profit" sembra essere quasi scomparso dal nostro vocabolario, disperso in forma di bit negli hard disk di chi ancora conserva quelle opere d'arte che sono le e-zine, il mondo sembra essersi concentrato sul "profit". Questa volta ridotto a mero guadagno economico e professionale.
Siamo quindi stati invasi da aziende e associazioni, tutte alle ricerca del successo e dell'esposizione personale. Quasi nessuno pensa più a divertirsi come un tempo. O forse c'è ancora un sacco di gente lì fuori, diluita nella massa; persone solitarie che, paradossalmente, adesso si sentono fuori dal coro.
Un famoso motto recita: "hard work, hard play, keep your mouth shut". Io preferirei una variazione sul tema: "hard work, hard play, share with your buddies".
È per questo motivo che da un po' di tempo mi frullava in mente l'idea di fondare hack·a·mole, un'associazione il cui motto potrebbe essere qualcosa tipo "build it, break it, build it again".
Un'associazione con il focus sulla creazione, sullo sviluppo di idee, concetti, prototipi e chi più ne ha più ne metta.
Un'associazione rifugio in cui tutti gli appassionati di creazione in senso ampio possano sentirsi a casa.
Se hai letto questo testo con interesse è molto probabile che sia il posto adatto anche a te. Se vuoi farci compagnia, noi ti aspettiamo.